venerdì 27 febbraio 2015

2°CAPITOLO - Come costruire una canna di bambù a modo mio. Articolo di Marco Schiavi

LEVIGATURA DEI NODI(*)
Questa è la prima fase dove opero in modo non consueto.
Uso una levigatrice fissata a banco e dotata di un pianetto di riscontro in metallo (era in dotazione) a cui ho aggiunto due blocchetti di legno alti 0.5x1-2 cm e lunghi 6-7 cm fissandoli alle sue estremità semplicemente con della carta adesiva. Questi blocchetti fanno si che quando appoggio la strip (enamel $ verso la carta a vetro) e premo sul nodo questo lo abbasso fino a toccare la carta levigando solo lui senza rischiare di segnare le zone adiacenti (il listello s’incurva leggermente). Uso carta a vetro grit 100.
$enamel: smalto esterno naturale, agisce come una pelle molto fine che protegge le fibre sottostanti del bamboo (non avendo alcuna consistenza, va eliminato in fase di costruzione)
Il processo lo eseguo a piccoli colpi controllando spesso il risultato, è rapido e ritengo che produca nodi ben levigati.
Si tenga conto che in questo modo la levigatura di un nodo dura pochi secondi; al massimo poi, se necessario, alcuni nodi si ritoccano a mano con pochi colpi di lima e/o di carta abrasiva.

Foto 10   -  levigatrice con blocchetti

Foto 11 – come eseguo l’operazione

Foto 12 -  risultato della levigatura vs. prima del trattamento (strip esterne)

RADDRIZZATURA DEI LISTELLI
A questo punto, se si osservano i listelli, questi sono orrendamente storti e spesso in corrispondenza dei nodi abbiamo veri e propri flessi (foto 13), per cui dobbiamo assolutamente raddrizzarli (e non solo per un fatto estetico).

  Foto 13 – nodo dopo splittaggio e levigatura
(notare che le fibre sotto l’enamel seguono l’andamento del nodo flesso)


Per raggiungere l’obiettivo utilizzo l’attrezzatura in foto 14.



Foto 14 – morsa con ganasce lisce, pistola termica ed 
attrezzo con leva che spinge orizzontalmente un perno





L’attrezzo con leva, di cui non conosco il nome tecnico (l’ho trovato per caso da un rivenditore di materiali per automazione e, avendolo visto usare da rodmakers in un filmato su “you tube” durante un raduno in USA, l’ho comperato), l’ho fissato su un listello di legno unitamente a una squadretta a U (si vede meglio in foto 17).
Scaldo il listello nel punto da raddrizzare fino a che “ammorbidisce”, quindi uso la morsa e la leva per appiattire e raddrizzare i nodi (foto  15, 16 e 17).   


Foto 15 – Scaldo il punto da raddrizzare
Foto 16 – Schiaccio il nodo scaldato

Foto 17 – Raddrizzo spingendo il flesso poco oltre il suo punto di centratura e 
tengo in posizione fino quasi a raffreddamento


Foto 18 – risultato di un nodo con flesso molto accentuato (ora 
le fibre sotto l’enamel sono abbastanza dritte)


Foto 19 – Listello dopo raddrizzatura dei nodi


Foto 20 – Raddrizzatura a mano di una “piega”

Ci sentiamo la prossima settimana per il terzo capitolo.


Cronologia post