venerdì 25 settembre 2015

19, 20, 21 Giugno 2015 finalmente (ancora) Brenta!

Fiume Brenta - Bassano del Grappa -

Sono già stato in Brenta un mese fa con Diego e Gianmaria  per una toccata e fuga,   mi sono divertito con qualche discreta cattura e alcuni pesci allegramente slamati . Stavolta però è un'altra cosa…tre giorni mondieu! Tre giorni di pesca “intensiva” ed esplorativa, serata di costruzione con Diego e tutti quelli che vorranno esserci  e due cene alla locanda Turbin con le costate grigliate da Patrick, cuoco e ninfarolo icallito con il quale ho avuto il piacere di pescare la volta scorsa.  
Tre giorni…sono anni che non sto fuori tre giorni!  Annuncio in casa le mie intenzioni  e mia moglie e mia figlia mi chiedono “solo” in ostaggio la carta bancomat, cedo immediatamente come una tagliatella scotta cede alla trazione.
Chiamo Diego che è il motore di questa cosa e gli confermo la mia presenza, ci saranno anche Valerio, Andrea e Luca. Poco tempo dopo è ok anche la prenotazione del B&B. E adesso?  Adesso devo costruire ninfe e secche fino allo sfinimento! Mi assillano i soliti dubbi. Non ce la farò mai!  Decido per tre dressing in croce non prima di aver fatto alcune telefonate “interessate” agli amici.
Preparo i bagagli e controllo l’attrezzatura sforzandomi di farlo non più di due volte e, alla quarta,  sono quasi fuori di testa. Basta! È ormai sera e domani si parte!  Esco per riempire di gasolio la Nimitz ( my car n.d.r.) che domani mi serve. Diego e Valerio partiranno alle tre…accidenti quei ragazzi non riescono proprio a stare fermi.  Io, molto più democraticamente, sarò da Andrea alle quattro e mezza dove si troverà anche  Luca reduce da una giornata in Mastallone con coup de soire! Che dire… sò ragazzi!
Il Viaggio si consuma in fretta tra la colazione al peggior autogrill che si potesse incontrare e interessanti racconti di pesca tra secca e ninfa riserve e libero; del resto sono queste le cose che danno sicurezza no?  Ci contatta l’altro equipaggio, tutto procede al meglio. Arrivati a  Bassano  consegniamo i bagagli al B&B. Stranamente ci muoviamo tutti e tre più in fretta e raggiungiamo fuori programma Diego e Il Vale sul Cismon non prima di aver fatto i permessi. Ci cambiamo alla velocità di quello che fugge dalla stanza dell’amante all’arrivo del marito e raggiungiamo i due “ragazzi” soffocandoli di saluti e chiacchiere  finchè bonariamente ci cacciano, quindi iniziamo a scendere questo “rustico e ruvido” torrente alpino mentre loro salgono.

Luca non ha ancora finito di legare la mosca che è già incannato, Andrea decisamente a valle di un bel bocchello impreca ad una trota che sale ma non mangia…io decido per il bocchello. Monto una Sedge degna di nota e la lancio nel bianco della schiuma dragando vistosamente. Due lanci e al terzo la “zia” sale e tenta di abboccare ma la corrente è forte e reinghiotte la trotona . Resto impietrito e con il cuore in gola rilancio…due volte e... ancora la stessa storia.  Mi chiedo chi di noi due sia più sprovveduto. Mi prendo una pausa, ho parecchio su cui riflettere.  Comunque sia si comincia bene.

La cattura di Luca

Ognuno di noi rimane immerso nella sua azione di pesca e, anche se sparsi sul fiume, siamo tutti a portata di sguardo. Una correntina abbastanza veloce mi ispira e monto un’effimera grigia (cosi pare per i fiumi alpini) tre passaggi e una delicata abboccata fa scomparire la mosca. Una fariotta viene alla mano, la slamo al volo non è grossa. Trascorro un po’ di tempo a “schiaffeggiare” l’acqua ma non accade più nulla. Vabbè,… monto un ninfa tipo pettirosso però con corpo e spot verde oliva quindi “pettiverde”.
Ci ritroviamo tutti e tre su di una piana bella  lunga con un  fondale davvero variegato. La mia pettiverde vola in acqua sostenuta dal segnalatore che, dopo qualche metro, fa un paio di strane mosse invitandomi alla ferrata che eseguo prontamente. Una discreta iridea si manifesta dopo una onorevole lotta ma, si slama non appena metto mano al guadino!  Salgo un paio di metri e la ninfa di nuovo segnala il suo ingresso nella bocca di una trota trascinando sotto il segnalatore. Questa tira davvero e saltando fuori si presenta come fario.  Complimenti, bel  salto, molto utile nel caso in cui ci si voglia slamare!  La mia lingua rivela un gusto amaro, sarà la bile?  Indietreggio un po’ per non disturbare e scendo qualche metro. Controllo l’amo…eppure punge parecchio. Qualche lancio ancora e il segnalatore di colpo risale la corrente…ferro! Grandissima fuga tutta contro corrente, azz..che fisico! Riesco a frenare  la fario che  si manifesta con una bella schiena mentre repentinamente cambia direzione slamandosi. Devo dire che ho imprecato? Sarebbe riduttivo. Cambio la ninfa, chissà magari questa è stregata.  Risalgo un po’ di più e noto un bella buca poco profonda.  Lancio e non appena il segnalatore tocca l’acqua la trota “gli da”,  e adesso?  Rilancio e… non la racconto neanche, potete immaginare come è andata. Gli amici simpaticamente mi consigliano di provare con l’attack, io preferirei il velcro, fa più no-kill.
 I misteri  della pesca (e dei pescatori) a mosca sono davvero infiniti.
Intanto che io e Andrea ci mettiamo al riparo da un discreto acquazzone Luca cattura un bellissimo ibrido di marmorata che ci mostra poco dopo in una bella foto. Passata “la tempesta” cominciamo  a risalire rendendoci ben conto della forza dell’acqua e dei massi di questo Cismon. Catturiamo ancora qualcosa divertendoci. Si conclude così la faticosa  giornata di pesca che tra viaggio e Cismon ci ha fatto a pezzi.

Come prevedevo non c’è stato un minuto da perdere: doccia e via a cena dove tra gli antipasti e una succulenta grigliata incontriamo altri pescatori per una divertente serata “costruttiva” anche perché lo scalmanato di Diego si è messo pure a far mosche! Domani tutti a Bassano, che si prende l’aperitivo con i waders!
Ed eccoci a Bassano, quasi tutti quelli della sera prima, immersi in questo Brenta dove si pesca in città! Questo Brenta  costeggiato da bellissime passeggiate dove di primo mattino è stato possibile ammirare anche il transito di graziose fanciulle in succinto ed elegante  abbigliamento da jogging…

Quattro chiacchiere poi si pesca. Non ho voglia di mettermi subito a litigare con i correntoni quindi scelgo una zona più tranquilla dove dopo parecchio tempo catturo un temolotto a ninfa. Intanto guardandomi ogni tanto intorno per sbirciare gli amici, noto qua e là qualche buona incannata da lontano. La mattinata si conclude così, con un temolo, un’iridea e molti lanci infruttuosi .


Ci riuniamo tutti e, sotto un cielo tormentato da nubi minacciose, ci avviamo verso la birreria per una pausa panino tra battute e racconti di ciò che è avvenuto nella mattinata. Caffè, grappino e si va, solleticati da un insistente pioggerella, verso i luoghi di pesca. Vale e Diego si fiondano a Primolano, sapremo poi alla sera delle sette camicie sudate per qualche difficile cattura in quel bel posto. Saliamo un bel po’ il corso del fiume e individuiamo una zona che, grazie al livello dell’acqua favorevole, ci piace.
Andrea e Luca si piazzano, io preparo una montatura per una ninfa pesante e mi immergo con i waders fino alla cintura. Davanti me un bel filo di corrente abbastanza profondo e di media velocità. Devo piombare. Aggiungo uno spaccato. Passano parecchi minuti e molti lanci e qualche correzione di assetto. Faccio ancora l’ennesimo mending per piazzare correttamente la ninfa quando l’indicatore si ferma….ferro! “l’incaglio” che sospettavo si muove…a testate! Impreco C…è grosso e non si schioda! Consolido la ferrata come mi ha insegnato qualcuno e buona parte della coda se ne va trascinata da pesce e corrente. Freno delicatamente e in un balzo il temolo salta fuori ! Ho detto temolo! Cristo un temolo! E che temolo! Il mio primo temolo di tale dimensione! Scaccio in un nanosecondo i cattivi ricordi delle slamate nel Cismon e piano comincio a “pompare” il pesce e, quando riesco ad alzargli la testa fuori dall’acqua “Lui” si  convince ad entrare nel guadino. L’emozione in corso è fortissima! Guardo il temolo letteralmente incagliato nel guadino…è davvero grosso!  Vorrei tenerlo un po’ più a lungo per una bella foto ma sono fuori di me e lui , il temolo, è fuori di lui , quindi sta diventando una lotta e io non voglio fargli male. Non insisto e lo rimetto in acqua e lui se ne va… senza salutare.

L’adrenalina ha compromesso buona parte del mio sistema nervoso. Gli amici si complimentano e io ringrazio ma quasi non li sento. Che pesce! Mai preso un temolo cosi….mi siedo e sento le voci e le risate  e piano piano torno in me….decido di fumare e non so se sto fumando un sigaro o è lui che mi fuma.

Grazie a Luca una foto ce l'ho.....

Un paio d’ore dopo ne ho preso un altro bello così ma, se ci penso, sono troppo stanco per raccontare come è andata…. J
Al coup de soire qualche iridea…
La mattina dopo abbiamo fatto ancora due lanci prima di girare la macchina per tornare a casa, si abbiamo catturato ancora qualcosa….
Desidero ringraziare gli amici per i bei momenti trascorsi insieme e quel Brenta che mi ha regalato i (due) più bei temoli della mia vita! (fino ad ora almeno)….

L'allegra brigata....

Autore: Daniele Fermi

mercoledì 23 settembre 2015

5° CAPITOLO Come costruire una canna di bambù a modo mio. Articolo di Marco Schiavi

Riprendere la guida su come costruire una canna in bambù...


PREPARAZIONE DEI LISTELLI PER IL TAPER

Dopo aver slegato i listelli temprati, asporto l’enamel prima con carta a vetro grit 100 (foto 32) e poi con un raschietto (foto 33) fino scoprire le fibre superficiali. Non insisto troppo per evitare sia segni sia l’asporto di fibre di potenza ed in particolare non insisto a pulire i bordi esterni dei listelli che poi saranno asportati con la pialla andando a taper. Riporto l’identificazione del listello sul lato esterno pulito.

Foto 32 - enamel eliminato con carta a vetro

Foto 33 - affinamento con raschietto

Foto 34 - risultato finale

Foto 35 - ricontrollo e, se necessario, miglioro alcuni nodi

TAPER(*)
Oltre alla planing form (foto 37), in questa fase uso l'attrezzatura che si vede nella foto 36 (comprese le 3 lastre diamantate ed il jig con cui faccio il filo alle lame delle pialle).  Ad una delle 2 pialle ho incollato a caldo 2 striscette ricavate da nastri di bordi per banchi in laminato spessi 0.25 mm (con questo ho evitato il lungo lavoro di ricavare con carta abrasiva un solco nel centro della soletta della pialla che uso per asporti “pesanti”, lasciando il lavoro di finitura all’altra pialla).  

Foto 36 - attrezzatura per piallare a taper su PF

Ora veniamo al pialletto elettrico in foto. Vedo di spiegarmi con poche parole, anche se non è facile.
Innanzi tutto chiarisco che il pialletto elettrico lo uso solo per la fase di sgrossatura dei listelli asportando la maggior parte del bamboo, lasciando quindi alcuni decimi da piallare fino a taper con la pialla a mano ben affilata.
 Alle 2 solette del pialletto (foto 37) ho applicato delle strisce adesive (un po' più spesse di quelle usate per la pialla a mano per sgrossatura), sia lungo i bordi laterali sia soprattutto al fondo della soletta posteriore (dove ho incollato più strati per creare in idoneo rialzo), che consentono di:

Foto 37 - soletta del pialletto elettrico con strisce incollate

  • usarlo “piatto” senza doverlo inclinare in avanti per farlo lavorare e quindi essere più facilmente guidato.
  •   usarlo tranquillamente sulla PF in quanto non arriverò mai a toccarne la superfice (anche con  regolazione di profondità di taglio massima); senza gli spessori multipli applicati posteriormente, la lama della pialla, settata alla profondità massima di taglio, “toccherebbe” la PF
  •    usarlo fino a scorrere sulla PF con le strisce applicate ben appoggiate e, regolando l’altezza di taglio del pialletto, di lasciare sporgere dalla PF il listello di quel tanto che voglio poi piallare a mano fino a taper .

Nelle foto 38-41 si può vedere il supporto-guida del pialletto costituito da un piano in laminato e da 2 guide costituite da una L in alluminio fissa e da un listello in legno installabile a distanza regolabile dall’altra guida (guardando le foto si capisce meglio!).
Come procedo:
  •   installo la PF sul supporto con la guida mobile rimossa e la PF rialzata su 2 supporti (foto 38)
  •  regolo la PF con il comparatore (foto 39)
  • abbasso la PF togliendo i supporti e la posiziono per centrare il pialletto
  •   installo la 2a guida  e la regolo in modo che il pialletto scorra sulla PF fluido e ben guidato senza sbandamenti laterali  (foto 41)
  •  appoggio i listelli da piallare nell’incavo della PF, uso ditali in gomma per tenerli fermi (si vedono abbastanza bene nella foto 40), appoggio il pialletto con la soletta anteriore appoggiata sull’inizio della strip e, facendo attenzione che i 2 rialzi posteriori siano all’interno della PF, accendo il pialletto e quindi avanzo abbastanza rapidamente fino a che le lame hanno oltrepassato la fine del listello
  • prima di rialzare il pialletto dalla PF aspetto qualche secondo per far fermare la rotazione delle lame (altrimenti rischio di urtare con le lame in rotazione una delle guide o di catturare il sacchetto per i truccioli)
  •  quindi riparto per un’altra passata e ripeto fino al termine della sgrossatura.

Note ed avvertenze: trattengo bloccato il listello sulla PF facendo pressione dietro il pialletto come in foto 41 (a parte chiaramente all’inizio, ma cambio appena possibile la posizione della mano); non mi fermo lungo il listello con il pialletto in funzione pena bruciature superficiali del bamboo, se necessario sollevo le lame dal listello quel tanto che basta e spegnerlo; per evitare il rischio di “strappo” delle fibre alla fine dei listelli, faccio la punta ai loro tip; faccio passate con regolazione dell’altezza di taglio non eccessivo, ad es. sul mio pialletto utilizzo la posizione 0.5 su una scala fino a 1.5 (preferisco fare qualche rapida passata leggera in più piuttosto che rischiare di asportare troppo per passata); le altezze delle strisce da applicare alle solette chiaramente cambiano con la marca e le dimensioni del pialletto; il pialletto deve avere forma idonea (fianchi dritti e che possano appoggiarsi/scorrere contro le guide).     
Foto 38 - supporto per pialletto senza la guida removibile

Foto 39 - regolazione della PF con comparatore

Terminata la sgrossatura tolgo la guida rimovibile e proseguo la piallatura con la  pialla manuale fino a taper; dopo il primo listello verifico con un micrometro le altezze ottenute ai vari punti di regolazione ed eventualmente, nel caso di fuori misura significativa (oltre gli 0.05 mm), correggo quel punto della PF e ripiallo.
Uso il pialletto elettrico perché mi fa risparmiare tanto tempo e fatica; per dare un’idea, per portare a taper finale un listello del tip impiego ca. 15 minuti (di cui ca. 3’ per la sgrossatura) contro i ca. 40’-50’ se fatto tutto con pialla manuale. Il vantaggio in tempo (e fatica) è evidente.

Foto 40 - pialletto pronto su supporto con entrambe le guide installate

Foto 41 - pialletto in azione



A brevissimo pubblicheremo il 6° Capitolo, ci scusiamo per l'attesa prolungata tra il 4° e il 5° Capitolo della guida

Play Days by Decathlon

Il Mosca Club Piacenza nonostante fosse scosso dalla terribile alluvione che ha colpito le valli piacentine ha mantenuto l'impegno preso con il Decathlon. Non ci sono parole per descrivere quanto accaduto alle città bagnate dal Nure, dall'Aveto e dal Trebbia. Ho però il piacere di mostrarvi le fotografie di quanto siamo riusciti a fare nonostante il morale non fosse dei migliori.



Elia alla costruzione

Roberto prepara finali

Scatole homemade di Alessandro...."stupende"

Parte della nostra "ciurma"

Lodovico al morsetto

Libellula

Grandi artificiali

Proiezione filmato di Matteo e Lorenzo

Topolino

Dry Fly

mercoledì 2 settembre 2015

Play Days by Decathlon



In occasione del Play Days by Decathlon, che si terrà il 19 settembre a Piacenza, i nostri istruttori vi aspettano, dalle 15.00 alle 18.00, con uno stand allestito per l'occasione. Accorrete numerosi, non mancate!!

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