Fiume Brenta - Bassano del Grappa - |
Sono già stato in
Brenta un mese fa con Diego e Gianmaria per una toccata e fuga, mi
sono divertito con qualche discreta cattura e alcuni pesci allegramente slamati
. Stavolta però è un'altra cosa…tre giorni mondieu! Tre giorni di pesca
“intensiva” ed esplorativa, serata di costruzione con Diego e tutti quelli che
vorranno esserci e due cene alla locanda
Turbin con le costate grigliate da Patrick, cuoco e ninfarolo icallito con il quale
ho avuto il piacere di pescare la volta scorsa.
Tre giorni…sono anni
che non sto fuori tre giorni! Annuncio
in casa le mie intenzioni e mia moglie e
mia figlia mi chiedono “solo” in ostaggio la carta bancomat, cedo
immediatamente come una tagliatella scotta cede alla trazione.
Chiamo Diego che è il
motore di questa cosa e gli confermo la mia presenza, ci saranno anche Valerio,
Andrea e Luca. Poco tempo dopo è ok anche la prenotazione del B&B. E
adesso? Adesso devo costruire ninfe e
secche fino allo sfinimento! Mi assillano i soliti dubbi. Non ce la farò mai! Decido per tre dressing in croce non prima di
aver fatto alcune telefonate “interessate” agli amici.
Preparo i bagagli e
controllo l’attrezzatura sforzandomi di farlo non più di due volte e, alla quarta, sono quasi fuori di testa. Basta! È ormai
sera e domani si parte! Esco per
riempire di gasolio la Nimitz ( my car n.d.r.) che domani mi serve. Diego e
Valerio partiranno alle tre…accidenti quei ragazzi non riescono proprio a stare
fermi. Io, molto più democraticamente,
sarò da Andrea alle quattro e mezza dove si troverà anche Luca reduce da una giornata in Mastallone con
coup de soire! Che dire… sò ragazzi!
Il Viaggio si consuma
in fretta tra la colazione al peggior autogrill che si potesse incontrare e interessanti
racconti di pesca tra secca e ninfa riserve e libero; del resto sono queste le
cose che danno sicurezza no? Ci contatta
l’altro equipaggio, tutto procede al meglio. Arrivati a Bassano consegniamo i bagagli al B&B. Stranamente
ci muoviamo tutti e tre più in fretta e raggiungiamo fuori programma Diego e Il
Vale sul Cismon non prima di aver fatto i permessi. Ci cambiamo alla velocità
di quello che fugge dalla stanza dell’amante all’arrivo del marito e
raggiungiamo i due “ragazzi” soffocandoli di saluti e chiacchiere finchè bonariamente ci cacciano, quindi
iniziamo a scendere questo “rustico e ruvido” torrente alpino mentre loro
salgono.
Luca non ha ancora
finito di legare la mosca che è già incannato, Andrea decisamente a valle di un
bel bocchello impreca ad una trota che sale ma non mangia…io decido per il
bocchello. Monto una Sedge degna di nota e la lancio nel bianco della schiuma
dragando vistosamente. Due lanci e al terzo la “zia” sale e tenta di abboccare
ma la corrente è forte e reinghiotte la trotona . Resto impietrito e con il
cuore in gola rilancio…due volte e... ancora la stessa storia. Mi chiedo chi di noi due sia più sprovveduto. Mi
prendo una pausa, ho parecchio su cui riflettere. Comunque sia si comincia bene.
La cattura di Luca |
Ognuno di noi rimane
immerso nella sua azione di pesca e, anche se sparsi sul fiume, siamo tutti a
portata di sguardo. Una correntina abbastanza veloce mi ispira e monto
un’effimera grigia (cosi pare per i fiumi alpini) tre passaggi e una delicata
abboccata fa scomparire la mosca. Una fariotta viene alla mano, la slamo al
volo non è grossa. Trascorro un po’ di tempo a “schiaffeggiare” l’acqua ma non
accade più nulla. Vabbè,… monto un ninfa tipo pettirosso però con corpo e spot
verde oliva quindi “pettiverde”.
Ci ritroviamo tutti e
tre su di una piana bella lunga con
un fondale davvero variegato. La mia
pettiverde vola in acqua sostenuta dal segnalatore che, dopo qualche metro, fa
un paio di strane mosse invitandomi alla ferrata che eseguo prontamente. Una
discreta iridea si manifesta dopo una onorevole lotta ma, si slama non appena
metto mano al guadino! Salgo un paio di
metri e la ninfa di nuovo segnala il suo ingresso nella bocca di una trota
trascinando sotto il segnalatore. Questa tira davvero e saltando fuori si
presenta come fario. Complimenti,
bel salto, molto utile nel caso in cui
ci si voglia slamare! La mia lingua
rivela un gusto amaro, sarà la bile?
Indietreggio un po’ per non disturbare e scendo qualche metro. Controllo
l’amo…eppure punge parecchio. Qualche lancio ancora e il segnalatore di colpo
risale la corrente…ferro! Grandissima fuga tutta contro corrente, azz..che
fisico! Riesco a frenare la fario che si manifesta con una bella schiena mentre
repentinamente cambia direzione slamandosi. Devo dire che ho imprecato? Sarebbe
riduttivo. Cambio la ninfa, chissà magari questa è stregata. Risalgo un po’ di più e noto un bella buca
poco profonda. Lancio e non appena il
segnalatore tocca l’acqua la trota “gli da”, e adesso?
Rilancio e… non la racconto neanche, potete immaginare come è andata.
Gli amici simpaticamente mi consigliano di provare con l’attack, io preferirei
il velcro, fa più no-kill.
I misteri
della pesca (e dei pescatori) a mosca sono davvero infiniti.
Intanto che io e Andrea
ci mettiamo al riparo da un discreto acquazzone Luca cattura un bellissimo
ibrido di marmorata che ci mostra poco dopo in una bella foto. Passata “la
tempesta” cominciamo a risalire
rendendoci ben conto della forza dell’acqua e dei massi di questo Cismon.
Catturiamo ancora qualcosa divertendoci. Si conclude così la faticosa giornata di pesca che tra viaggio e Cismon ci
ha fatto a pezzi.
Come prevedevo non c’è
stato un minuto da perdere: doccia e via a cena dove tra gli antipasti e una
succulenta grigliata incontriamo altri pescatori per una divertente serata
“costruttiva” anche perché lo scalmanato di Diego si è messo pure a far mosche!
Domani tutti a Bassano, che si prende l’aperitivo con i waders!
Ed eccoci a Bassano,
quasi tutti quelli della sera prima, immersi in questo Brenta dove si pesca in
città! Questo Brenta costeggiato da
bellissime passeggiate dove di primo mattino è stato possibile ammirare anche il
transito di graziose fanciulle in succinto ed elegante abbigliamento da jogging…
Quattro chiacchiere poi
si pesca. Non ho voglia di mettermi subito a litigare con i correntoni quindi
scelgo una zona più tranquilla dove dopo parecchio tempo catturo un temolotto a
ninfa. Intanto guardandomi ogni tanto intorno per sbirciare gli amici, noto qua
e là qualche buona incannata da lontano. La mattinata si conclude così, con un
temolo, un’iridea e molti lanci infruttuosi .
Ci riuniamo tutti e,
sotto un cielo tormentato da nubi minacciose, ci avviamo verso la birreria per
una pausa panino tra battute e racconti di ciò che è avvenuto nella mattinata.
Caffè, grappino e si va, solleticati da un insistente pioggerella, verso i
luoghi di pesca. Vale e Diego si fiondano a Primolano, sapremo poi alla sera
delle sette camicie sudate per qualche difficile cattura in quel bel posto.
Saliamo un bel po’ il corso del fiume e individuiamo una zona che, grazie al livello
dell’acqua favorevole, ci piace.
Andrea e Luca si
piazzano, io preparo una montatura per una ninfa pesante e mi immergo con i
waders fino alla cintura. Davanti me un bel filo di corrente abbastanza
profondo e di media velocità. Devo piombare. Aggiungo uno spaccato. Passano
parecchi minuti e molti lanci e qualche correzione di assetto. Faccio ancora
l’ennesimo mending per piazzare correttamente la ninfa quando l’indicatore si
ferma….ferro! “l’incaglio” che sospettavo si muove…a testate! Impreco C…è grosso
e non si schioda! Consolido la ferrata come mi ha insegnato qualcuno e buona
parte della coda se ne va trascinata da pesce e corrente. Freno delicatamente e
in un balzo il temolo salta fuori ! Ho detto temolo! Cristo un temolo! E che
temolo! Il mio primo temolo di tale dimensione! Scaccio in un nanosecondo i
cattivi ricordi delle slamate nel Cismon e piano comincio a “pompare” il pesce
e, quando riesco ad alzargli la testa fuori dall’acqua “Lui” si convince ad entrare nel guadino. L’emozione in
corso è fortissima! Guardo il temolo letteralmente incagliato nel guadino…è
davvero grosso! Vorrei tenerlo un po’
più a lungo per una bella foto ma sono fuori di me e lui , il temolo, è fuori
di lui , quindi sta diventando una lotta e io non voglio fargli male. Non
insisto e lo rimetto in acqua e lui se ne va… senza salutare.
L’adrenalina ha
compromesso buona parte del mio sistema nervoso. Gli amici si complimentano e
io ringrazio ma quasi non li sento. Che pesce! Mai preso un temolo cosi….mi
siedo e sento le voci e le risate e
piano piano torno in me….decido di fumare e non so se sto fumando un sigaro o è
lui che mi fuma.
Grazie a Luca una foto ce l'ho..... |
Un paio d’ore dopo ne
ho preso un altro bello così ma, se ci penso, sono troppo stanco per raccontare
come è andata…. J
Al coup de soire
qualche iridea…
La mattina dopo abbiamo
fatto ancora due lanci prima di girare la macchina per tornare a casa, si
abbiamo catturato ancora qualcosa….
Desidero ringraziare
gli amici per i bei momenti trascorsi insieme e quel Brenta che mi ha regalato
i (due) più bei temoli della mia vita! (fino ad ora almeno)….
L'allegra brigata.... |
Autore: Daniele Fermi