giovedì 27 novembre 2014

PHEASANT TAIL IR - Mosca del giorno Step by step





















Materiali:
- filo di montaggio rst.brown
- amo Knapek P #12
- perlina tungsteno copper del 2,5
- coda di fagiano naturale e rosso
- piume di pernice
- dubbing di lepre marrone
- filo di rame
- UNI-Mylar #14
- colla UV

lunedì 24 novembre 2014

SERATA DI INAUGURAZIONE - Mosca club Piacenza

Finalmente la tanto attesa nuova sede ha aperto i battenti e Venerdì scorso 21/11 del 2014 è stata inaugurata. Volevo lasciare un ricordo fotografico della serata nel nostro blog, per condividerlo coi soci non intervenuti e i futuri soci che qui potranno dare uno sguardo alla nuova sede dove tutti i venerdì ci riuniamo.
Ricordo inoltre l'indirizzo della nuova sede che è in Via Alberoni al numero civico 37 a Piacenza.
Vi aspettiamo.

Inizio della serata.
Non sempre ci sono ma un salame non manca mai!
La torta dell'inaugurazione.
Il discorso del presidente :)

domenica 23 novembre 2014

28/11/2014 - SERATA DI COSTRUZIONE con Fabio Mauri

Venerdì 28 Novembre siete tutti invitati a partecipare alla serata di costruzione capitanata da Fabio Mauri del Club Pesca a Mosca Brescia.

La serata avrà inizio alle 21,30 e si terrà nella nuova sede del Mosca Club Piacenza al numero civico 37 di Via Alberoni, a Piacenza.








Per saperne di più:

Web Site di Fabio: http://www.fabiomauri.net/
Fabio su Facebook: Fabio Mauri
Fabio su Dressing Italiano: Dressing Italiano Fly Tyer 

mercoledì 12 novembre 2014

Mosca Club Piacenza Adventures - GRAYLINGS IN THE WIND

Da quando ho iniziato il mio nuovo lavoro, il mio unico giorno libero è il mercoledì, ma tra figlio e casini vari incastrare una pescata è più difficile che vincere al Superenalotto. A volte però succede, ed ecco che per una somma di sinergie astrali favorevoli, mercoledì 22 sono free. Faccio due chiamate qualche giorno prima e trovo disponibili Alessandro  e Lorenzo...destinazione Valtellina.
Come sempre iniziano le meteo paranoie: è previsto un freddo boia, il primo vero freddo dell'anno con neve sopra i 1.500 m. e vento pauroso tra i 40 e i 50 km/h....bene...volevo ben dire...comunque la voglia è tanta e dopo qualche riflessione sul fatto che sarà durissima si decide di partire ugualmente.
Punto due: orario di partenza. Per lavoro mi sveglio tutti i giorni o alle 5 o alle 6....tento di convincere gli amici a non partire prestissimo, ma ottengo solo uno spostamento dalle 4 alle 4, 30 del mattino....vabbè, meglio di niente, l'importante è provarci. Ritrovo a Piacenza e si va. Arriviamo presto in valle; permessi a Morbegno e....mi accorgo che è ancora buio e non si riesce nemmeno a dare un'occhiata alle condizioni del fiume. Sulla fiducia risaliamo come salmoni verso Stazzona, uno dei miei spot preferiti. Sulla meta siamo tutti d'accordo, anche perchè Alessandro non ci ha mai pescato e, memore dei miei racconti, è ben felice di provare un posto nuovo.
Albeggia: risalendo la valle notiamo che l'acqua è del solito color cemento fuso; arriviamo a Stazzona e... magia: acqua limpidissima e bassissima...vento spaventoso...freddo boia...come da meteo. Ci cambiamo fra le solite battute e via, fuoco alle polveri!
Tutti ovviamente a ninfa almeno per ora , sono solo le 8. Lorenzo prende subito una fariotta e Ale ne perde una simile. Io sto pescando più a valle in una zona che mi ha sempre regalato soddisfazioni, ma zero: l'acqua è troppo bassa e quasi ferma, quindi risalgo. Lorenzo guada e io supero Ale sulla stessa sponda: nessuno prende più nulla per un po'. Ad un certo punto, considerate le condizioni proibitive, cioè vento forte e acqua cristallina e bassa, opto per montare il segnalatore (o maitre per gli amici) che considero più performante in queste condizioni visto che ti consente di pescare molto più lungo e non solo sotto canna o quasi  e di contrastare meglio il vento che, a folate, ti alza bicolor e ninfe. Scelta azzeccata! Prendo subito tre bei temoli e una fario in 20 metri, tutti bei pesci sui 40 cm. Una ninfa del 3 in punta e sul bracciolo una ninfa leggerissima, peso quasi nullo; 0,14 e un metro e 20 di acqua dal maitre, non di più.
Piccolo conciliabolo: ovviamente, viste le catture, resto indietro io, e si risale verso un altro spot promettente. Ale si ferma sul bocchello e Lorenzo appena sotto. Il pesce va cercato nelle rare zone di acqua superiore al mezzo metro di profondità: loro continuano a pescare col bicolor ed iniziano a prendere. Lorenzo incanna una mega iridea che rincorre per 50 metri, mentre Ale prende due belle iridee e tre temoli: solita ottima taglia. Faccio due lanci nello spot di Lorenzo  impegnato nel frattempo in una guerra personale con una trota più cattiva del demonio e prendo altri due bei temoli. Lorenzo risale e dopo le battute sul fatto che lui l'iridea la prende sempre e ovunque, incanna e perde altri tre pesci. Ma ecco che...ORRORE! L'acqua inspiegabilmente diventa quasi nera, ma non sale di livello (tristezza e sconforto). Mentre dico a Lorenzo che con l'acqua così, anche a ninfa, è inutile, il mio segnalatore sparisce nel torbido; ferro e ...recupero un altro bellissimo temolo over 40 che slamo tra gli insulti degli amici. Per magia l'acqua torna limpida come prima: boh, meglio così. Per la cronaca, tutti i temoli mangiano la ninfetta sul bracciolo.
Ale e Lorenzo risalgono e io, già appagato, faccio ancora qualche lancio nel bocchello già bastonato da Ale: cambio i pesi e le ninfe e incanno un ibrido stupendo della solita ottima taglia...wow...davvero niente male, nonostante un vento fastidiosissimo che a volte ti obbliga a lanciare tra una raffica e l'altra. I giovani jedi davanti a me prendono ancora un paio di trote a testa, io alle loro spalle, pescando molto lungo, quasi sull'altra sponda, una piccola fariotta.

Momento catartico: arriviamo al MURO. Per chi non conosce Stazzona, è una lama profonda con un mare di pesce non sempre facile, perchè molti vanno subito lì e dal momento che siamo in un no kill solo mosca, il pesce è strapunto e decisamente smaliziato. Visti i livelli bassi è sicuramente il miglior spot della giornata. Iniziamo tutti e tre in batteria: io incanno e strappo subito una iridea  davvero senza senso...gigantesca... e subito dopo un altro bel temolo per me sempre poco sopra i 40 cm. Lorenzo prende un bel temolo e Ale un paio di pesci, poi si ferma tutto.
Lorenzo vuole risalire fino al ponte, perchè sa che si tratta di un altro ottimo spot profondo. Io sono già più che contento e decido di fermarmi al muro. Ale per un attimo non sa che fare, poi segue Lorenzo. Io li saluto dicendo:"Ragazzi faccio due lanci e poi risalgo. Ci vediamo su. So bene che qui, di pesce, ce n'è ancora parecchio". Le ultime parole famose: li rivedro' solo a fine pescata...benedetto muro...
Da solo , senza fretta e già felicissimo della pescata, inizio a fare vari esperimenti sulle ninfe variando spesso pesi e modelli...incredibile: prendo ancora un sacco di  pesci, tra cui 4 iridee sul mezzo metro; altri otto temoli e altrettante fario. La taglia dei pesci è di tutto rispetto: da 35 fino a oltre i 45 cm. Improvvisamente scorgo due bollate. Non resisto, cambio subito e a secca al primo passaggio in zona riesco a fare altri tre pesci: due temoli ed una bellissima fario mediterranea. Faccio un paio di foto e mangio il panino. Oggi davvero mi riesce tutto....
Sono solo, nessun altro pescatore, quasi in estasi ma stanco e appagato risalgo al ponte e trovo Ale e Lorenzo felici che dal ponte mi spiegano che anche per loro è stata una bellissima giornata. Hanno preso ancora tanto più su: alla fine una quindicina di pesci Ale e dodici Lorenzo che però ne ha persi altrettanti. Decidiamo di tornare a casa (sono solo le 4). Negli ultimi lanci riesco ancora a prendere una mega iridea....mah...strano: tutte grandissime. Vengo bersagliato dagli sfottò degli amici che dal ponte si godono una bella lotta che riesco a vincere portando la trota a guadino. La slamo, e col sorriso ebete di chi è contentissimo, torniamo alla macchina.
Subisco per tutto il viaggio di ritorno  le battute degli amici che rammentano le mie ultime parole: “Faccio due lanci al muro e risalgo”. E rieccoci di nuovo a Piacenza.

Che dire? Personalmente la miglior pescata in Valtellina da sempre: per numero e taglia delle catture (circa 30 pesci di cui 15 temoli), ma anche perchè alla fine eravamo solo in tre, nessun altro.
 Arrivederci Valtella...alla prossima sinergia astrale!

Lorenzo


Elia

Alessandro


giovedì 25 settembre 2014

Mosca Club Piacenza Adventures - IL PIAVE MORMORAVA... ...E UN PO' HA MORMORATO!

Tutto ha inizio in un triste e lungo martedì mattina di fine luglio: il telefono squilla e, come al solito, è il mio compagno di avventure Diego:
-“Ciao padella”! Giovedì e venerdì non lavoro: andiamo in Piave da Piller?”.-
Sono spiazzato, ma con Diego è normale. La curiosità di vedere un posto nuovo mi fa rompere gli  indugi: mi accordo col mio collega di lavoro per le ferie senza chiudere la telefonata e dico a “frittella” Diego che si può fare. 
E' mercoledì, il giorno della partenza. Finito il lavoro, passo a prendere Diego: direzione Tai di Cadore.
IL viaggio è tranquillo, trascorso come sempre a parlare di tattiche e dressing nuovi. Giunti alla meta, cerchiamo e troviamo un posto dove mangiare qualcosa e dopo aver degustato una serie notevole di digestivi locali, ci dirigiamo verso Villa Marinotti dove ci sta aspettando Angelo Piller per darci il benvenuto e spiegarci un po’ di cose. Dopo due chiacchiere veloci, ci scambiamo la buona notte e andiamo a nanna.
La mattina successiva, la sveglia suona alle 7:05. La colazione è alle 7:30 in un bellissimo salone dotato di una splendida vetrata a tutta parete; una TV che trasmette video di pesca ed un buffet pieno di ottime leccornie: alcune di queste, sono state fatte da Nadia, la moglie di Angelo, che molto gentilmente ci spiega cosa offre il buffet. Sopraggiunge Angelo che ci consiglia il Piave a Perarolo, anzi, più precisamente, il tratto C&R. Fagocitata la colazione pantagruelica, ci avviamo al bar dove fanno i permessi emettendo bollicine dal naso e dalle orecchie. Approfittiamo per controllare sia il Boite, che il Piave: il Boite è un po’ sporco, ma il Piave è in ottima forma. Acquistiamo i permessi ed iniziamo a pescare a monte della confluenza del Boite.
Il tratto presenta lame di buona profondità alternate a correnti invitanti e rapide. Considerata la buona portata d’acqua, l’ora e i livelli, opto per la 11 piedi per la 3#. Diego invece brandisce la sua 10' per la 3/4#. Come montatura un filo di 10 m. dello 0.35 mm. bianco; un pezzo di 35 cm. di bicolor come stryke indicator; un tip di 1.80 m. e, come sempre, una “pettirosso” come prima scelta.





Qua si può usare solo una ninfa, ma non è un problema, perché si entra in pesca benissimo con una bead da 3 mm. Non prendiamo nulla fino a quando arriviamo sulla prima lama: la profondità è di circa 1.50 m. quindi rifaccio il tip allungandolo fino a 2 m. 2.20 m. e cambio la mia “pettirosso” con una “peckok nimph” che un amico (Francesco Niger) mi donò a un raduno stagnini, a cui credo molto come ninfa da caccia. La fama di questa imitazione non si smentisce neanche questa volta, infatti al secondo lancio, ecco il mio s.i. che si ferma ed ecco una bella trota fario del Piave che mi fa divertire. Dopo aver effettuato il rilascio, cedo il posto a Diego e continuiamo a risalire. Diego incanna qualche trota e per correttezza, continuiamo a scambiarci  la posizione (chi prende passa dietro). Arriviamo in un hot spot con corrente sostenuta e alberi ai lati: Diego mi lascia strada (aveva appena catturato una trota sotto le piante a fine lama)  così mi piazzo a circa metà corrente (so già che non andrò in pesca, ma un lancio lo faccio ugualmente). Ovviamente non prendo nulla e cambio con un affondatore con corpo in fagiano e collarino ice dub arancio, montato su amo jig con corpo JAVI misura L: un vero ferro da stiro! Dopo qualche lancio, ecco lo s.i. che si arresta; ferro ed ecco... il fondo! (oh bovina da latte dai facili costumi! Sapevo di essere troppo pesante!)...Invece no; si muove; prende la corrente e scende verso valle a rotta di collo, tanto che devo chiedere a Diego di lasciarmi spazio (il compare mi accontenta, ma non si trattiene dal ribaltarmi di insulti).
E' proprio un bel temolo, che dopo un furioso combattimento finisce nel guadino per la foto di rito. Cedo la pole position al socio e riprendo l'azione più a valle, sempre in corrente però, e dopo pochi lanci, ecco ancora il sussulto dello s.i.: ferro, ed ecco ancora “il fondo che si muove” (la sensazione è la stessa, intanto anche Diego incanna e perde un bel pesce) questo però, a differenza del primo, salta... è un gran bel temolo,
più del precedente, e dopo un lungo combattimento riesco finalmente a portarlo a guadino per la solita foto e il rilascio. Io sarei già appagato così, ma la giornata è ancora lunga  e riprendiamo a pescare.
Raggiungiamo una bella lama profonda e sapendo dove cercare, non esito un attimo ad allungare  il tip e a montare il ferro da stiro. Lancio. Appena lo s.i. si tende, ecco la mangiata: ho in canna una discreta trota che non vuole sapere di fare visita al mio guadino, intanto, Diego attraversa e pescando dalla riva che ho di fronte, incanna qualche bella trota, ma Temoli, niente (noi eravamo lì per i Temoli!).

Dobbiamo lasciare la riva e risalire attraverso la boschina...Grande Zeus! Sembra di essere finiti in Amazzonia...le imprecazioni si sprecano, ma dopo molta fatica, riusciamo a uscire dal bosco, in un punto dove il Piave si divide in due rami secondari. Notiamo uno spot carino in un incrocio di correnti che formano un occhio di acqua calma a tiro di canna, al che Diego mi dice: “Non posso non farci un lancio”.  Monta una stone fly su amo 8 e gli dico: “Se prendi, la prendi per sesso!”. Lancia vicino a un ramo sommerso ma niente; la seconda passata è un po’ più vicino alla corrente e ZACC!!!! Vedo la sua ferrata, lui mi guarda e mi dice: “ Sembra un sasso, ma sento le testate!”. Ed io: “Ma non si muove?”. e lui: “No!! E adesso!?”. Il pesce improvvisamente inizia a muoversi, e visto il correntone molto vicino gli dico: “Non farlo andare in corrente, se no lo perdi” (perché non poteva nè seguirlo in corrente, nè spostarsi sulla riva perché la vegetazione non lo consentiva). Il pesce compie uno spettacolare salto fuori dall'acqua... un attimo di silenzio (è un gran bel TEMOLONE!). Diego scivola e cade seduto per terra, ma non molla la presa della canna  . Mi scappa l’occhio e mi accorgo che la canna è piegata con un angolo troppo acuto e gli dico: “Occhio alla canna! Rischi di romperla!”. E lui: “Non me ne frega un C…O! Almeno perdo il pesce per qualcosa”. Decido allora di passare dietro, nel bosco, per cercare di guadinarlo.
Ecco che mi si presenta il momento giusto e... ma non sta nel guadino! Poi il temolo si piega ed eccolo in trappola. Mi giro ed ecco il sorriso beffardo di Diego, che con la voce quasi emozionata mi fa: “Questo è il più bello che ho mai preso!”. Slamatura e foto. Dopo aver inutilmente tentato la fortuna lanciando al di là del correntone, riprendiamo la battaglia con la boschina fino a quando sbuchiamo su una lama. Facciamo qualche lancio, ma inganniamo solo piccole trotelle per noi ormai insignificanti (comunque erano trote dai 30 ai 35 cm. ). Proseguiamo fino a quando vediamo in lontananza un ponticello e delle case: ecco la fine della riserva. Visto che sono le 18 circa e siamo sia APPAGATI che STANCHI, decidiamo di tornare alla macchina; ci cambiamo, e voliamo a farci un aperitivo nel bar dove abbiamo preso i permessi la mattina. Tra una birra e l’altra, vediamo arrivare Angelo che ci chiede subito com’è andata. Gli facciamo un breve resoconto e ci domanda come mai siamo già al bar, che il momento buono del coup du soir era  da lì a breve e che lui sarebbe andato a fare un paio d’ore di pesca. Noi, ormai in abiti civili, e con l'equilibrio reso precario dalle troppe birre ingurgitate, lo lasciamo andare a pescare. Dopo l’aperitivo, un salto a Villa Marinotti per una doccia, dove troviamo Nadia che stupita pure lei per l’ora del rientro, ci mostra il locale dove si fanno asciugare i waders. La salutiamo e voliamo a rinfrescarci. Tutti belli puliti e profumati (come ballerine turche...scherzo) andiamo a mangiare in un ristorante pizzeria del centro, quindi, vista la stanchezza, di corsa a letto.

La sveglia suona sempre alle 7:05; ci vestiamo e schizziamo in salone per la colazione. Dopo qualche minuto, arriva Angelo e ci racconta che il giorno precedente nel tratto C&R del Piave, ha perso una bella trota. E' convinto che sia la stessa che aveva catturato nello stesso posto la stagione scorsa. Per la giornata di oggi ci consiglia,  per la mattina, l' Ansiei basso sotto la diga nel tratto C&R (ci sono anche i temoli!) e nel pomeriggio, sulla via del rientro, di andare a Longarone (tratto C&R o zona libera).
Dopo aver regolato il conto salutiamo Angelo e Nadia; carichiamo l'auto e ci precipitiamo ad acquistare i permessi per l'Ansiei. Eccoci di nuovo pronti alla battaglia. Il letto del torrente è stretto e molto infrascato, di conseguenza optiamo per la canna più corta a nostra disposizione: io la 8.6’ per la 5# e Diego la 9' per la 4# (entrambe troppo lunghe). Il livello è leggermente alto e l’acqua è un po’ velata, ma lo spettacolo è molto suggestivo: vediamo diverse bollate e iniziamo  a pescare. Io monto una parachute e Diego un bruco. Le catture non sono tardate: tutte trote fario molto belle tra i 25 ed i 35 cm., molto combattive. Contiamo dalle 5 alle 15 bollate su ogni lama: incredibile! Raggiungiamo il sentiero che ci riporta sulla strada alle 13: il tempo a nostra disposizione è scaduto e dobbiamo smettere di pescare (i  permessi del costo di 15€, valgono solo mezza giornata). Torniamo alla macchina e ci cambiamo pensando  già a che cosa ci attenderà a Longarone. Che dire dell’Ansiei? Un gran bel torrente con una buona popolazione di trote (sembrano sparate col cannone). E' parecchio infrascato e di conseguenza non molto semplice da approcciare...da provare comunque, almeno una volta.
A Longarone parcheggiamo in piazza e cerchiamo la gelateria dove si fanno i permessi (ne approfittiamo anche per dare una sbirciatina al Piave, che sembra essere a posto). La fame inizia a farsi sentire, così intanto che la proprietaria della gelateria ci compila i permessi del C&R prendiamo anche un panino...Longarone è famoso per il gelato: come non assaggiare questa leccornia? Non so proprio, infatti abbiamo fatto un ricco assaggio! Raggiungiamo un parcheggio vicino al fiume e ci cambiamo. Decidiamo di scendere leggermente, per poi finire e fare il coup de soir vicino alla macchina. Per me una 8.6’ per la 5#, mentre Diego preferisce la 9’ per la 5#. Guadiamo e incominciamo a pescare. il Piave qui si presenta come un tipico fiume di fondo valle con un greto decisamente ampio; il fondo ciottoloso, e pochi massi sparsi che rompono la corrente. Individuiamo uno spot interessante con acqua profonda ed il filo della corrente che lambisce le rocce della riva opposta alla nostra: io inizio a ninfa con uno stryche galleggiante ed una ninfa naturale sul 14, invece Diego prova in caccia a secca ( con la ormai mitica Boretti Special). Ad un tratto vedo Diego che lancia insistentemente contro la parete rocciosa che ha di fronte e allora gli chiedo: “Ma hai visto delle bollate?”. E lui: “Si!!! nella corrente contro la parete!!”. Tolgo la ninfa e monto un' imitazione di leuctra fusca sul 14 (ne ho viste girare alcune); mi posiziono a valle di Diego ed ecco due bollate proprio davanti a me, sul filo della corrente. Lancio a ripetizione e dopo molteplici imprecazioni ed una buona botta di c...fortuna, riesco a presentare la mosca alla perfezione e ZACC!!!! bollata e ferrata. Subito mi sembra una discreto pesce, ma con un finale dello 0.14 non forzo troppo...ecco la trota finalmente: una buona pezzatura, sui 40 cm. direi, che slamo e rilascio. Mi rilasso un attino e osservo Diego che dopo molteplici lanci e cambi di artificiali riesce ad incannare un pesce (quello che gli bollava davanti prima) che lo impegna seriamente: intravedo una sagoma nera sul fondo e gli dico: “Secondo me è un bel pesce!”.
E così è. Diego non ha un guadino adeguato, quindi provvedo io: è una splendida trota marmorata di oltre i 45 cm. con una livrea mozzafiato. Ci guardiamo in faccia e diciamo: “Ottimo come inizio!”. Continuiamo a risalire mentre il cielo si annuvola e sentiamo qualche tuono che non promette niente di buono. Arriviamo su un'altra lama profonda e cerchiamo di battere le zone vicino alle pareti rocciose sul filo di corrente, ma per diverso tempo niente da fare. Poi, finalmente, una mangiata sulla mosca di Diego, che però sbaglia la ferrata. Riprova più volte, ma la trota non ne vuole più sapere. Decide di spostarsi più a valle. Lancia ancora in corrente ed ecco la mangiata: questa volta c'è. Il combattimento è tranquillo (il socio mi ha detto che sta pescando “fine” con un tip dello 0.18 a prova d'ignorante!) e senza problemi porta a guadino (il mio) un'altra trota bellissima. Intanto, il tempo si fa sempre più brutto: aria ferma e umida, con tuoni e lampi; noi però andiamo avanti imperterriti fino all'ennesima splendida lama. Qui le bollate sono del tutto assenti, in compenso inizia a piovere seriamente tra tuoni e lampi e decidiamo di sospendere le ostilità. Alla macchina ci cambiamo, e visto che sono ormai le 19, andiamo a mangiare una pizza al volo prima del rientro a casa.
Che dire di questi due giorni? Tornerò  sicuramente da Angelo Piller nella sua Villa Marinotti, perché assieme alla moglie Nadia garantisce un ottimo servizio con gentilezza e simpatia, e poi perché, devo ammetterlo, mi sono innamorato del Piave.

Articolo di Valerio Braghieri.

Contatti Villa Marinotti:
Angelo Piller: 0039 0435 32231
Villa Marinotti su Facebook
http://www.flyfishdolomiti.com

domenica 21 settembre 2014

II° WEST VALLEY FLY FISHING

Il Comune e la Pro Loco di Chialamberto, in collaborazione con IFTA e IBRA, organizzano nei giorni 8-9 novembre 2014 a Chialamberto – Valli di Lanzo (TO) il 2° West Valley Fly Fishing, Salone Nazionale della Pesca a Mosca, al cui interno si terranno il 2° Trofeo di costruzione Bugia Nen e la gara di lancio 1° Memorial Albano Barbiani (Ghost).




Questo il programma:

Sabato 8 novembre 2014

ore 9.00, palazzetto dello Sport Cossiglia: inaugurazione del Salone nazionale pesca a mosca, apertura della mostra mercato Attrezzatura & Abbigliamento
ore 10.00, fronte palazzetto dello Sport Cossiglia: apertura vasca di lancio con dimostrazioni e pratica, a cura delle migliori scuole nazionali
ore 14.00, stand Associazione Tutela Stura di Lanzo: iscrizioni e partenza visita guidata incubatoio di Ceres
ore 15.00, stand I.F.T.A.: esibizione di costruzione mosche artificiali con costruttori di fama nazionale e internazionale
ore 15.00, stand I.B.R.A.: dimostrazione costruzione canne di bambù
ore 19.00: chiusura del salone
ore 21.00: cena di gala

Domenica 9 novembre 2014

ore 8.00, albergo ‘La Posta’ a Chialamberto: ritrovo dei costruttori iscritti alla gara
ore 9.00, albergo ‘La Posta’ a Chialamberto: inizio della gara di costruzione di mosche artificiali
ore 9,00, palazzetto dello Sport Cossiglia: apertura del salone, mostra mercato
ore 9.30, fronte palazzetto dello Sport Cossiglia: apertura vasca di lancio con dimostrazioni e pratica, open lab fly tiers con i costruttori dell’ I.F.T.A., dimostrazione di costruzione canne di bambù a cura dell’I.B.R.A.
ore 13,45, ritrovo e inizio della gara di lancio - 1° Memorial Albano Barbiani (Ghost)
ore 14.00, fronte palazzetto dello Sport Cossiglia: dimostrazioni e pratica di lancio in vasca
ore 16.00, palazzetto dello Sport Cossiglia: premiazione delle gare di costruzione e di lancio
ore 19.00: chiusura del salone

Per informazioni e prenotazioni: proloco.chialamberto@gmail.com, 328/2130784 Andrea Giors (presidente Pro Loco), www.facebook.com/prolocochialamberto



Regolamento del 2° Trofeo Bugia Nen

1) La gara è riservata a tutti i costruttori dilettanti.
2) Per l’iscrizione contattare: Sandro Mandrini, cell. 339/6533657, e-mail sandro.mandrini@coopcomin.it. Verranno fornite tutte le indicazioni del caso (disponibilità posti ecc.) ricordando che la cifra di partecipazione è di € 25,00 quale rimborso spese organizzative.
3) I concorrenti dovranno presentarsi al banco ricezione presso l’albergo ‘La Posta’ di Chialamberto dalle ore 08.00 alle ore 08.30 per espletare le formalità di rito.
4) I concorrenti entreranno nella sala predisposta dieci minuti prima dell’inizio della gara per prendere posto e preparare gli attrezzi. Il via sarà comunicato da un incaricato una volta espletate le operazioni di registrazione.
5) I concorrenti utilizzeranno morsetto, attrezzature e ami propri. I materiali saranno forniti dall’organizzazione in una busta uguale per ciascun concorrente il cui ‘contenuto’ potrà essere utilizzato a piacimento. Il concorrente potrà altresì avvalersi soltanto di collanti e pennarelli propri, tenendo conto che detti materiali non potranno essere utilizzati per formare vere e proprie parti dell’artificiale, ma solo per rifiniture e cementature. Si consiglia di avvalersi di lampada da tavolo, munendosi anche di prolunga di 15 m con spine doppie del tipo convenzionale (no-magic).
6) I concorrenti dovranno presentare, nel tempo richiesto di 2 ore, le seguenti tre imitazioni:


1. Bibio marci insetto adulto
2. Mystacides azurea, insetto adulto
3. Serratella ignita, subimago maschio


I primi 5 minuti dovranno essere utilizzati esclusivamente per visionare il contenuto della busta (durante questo tempo non è consentito iniziare la costruzione
7) I concorrenti alla fine della costruzione alloggeranno separatamente i loro artificiali in appositi contenitori, dopodiché sceglieranno una busta chiusa nella quale si trova un numero. Un’altra busta con l’identico numero sarà allegata agli artificiali. La busta che accompagna gli artificiali sarà aperta da un commissario di sala che apporrà il numero contenuto nella busta su un cartoncino che seguirà gli artificiali. La busta in mano al concorrente verrà aperta dallo stesso nel salone al momento della premiazione dietro invito del commissario di sala.
8) Durante lo svolgimento della prova l’accesso al salone non sarà consentito a persone diverse dai concorrenti e dai commissari di sala. I rappresentanti della stampa, per riprese fotografiche e video, potranno accedere alla sala previa autorizzazione dell’organizzazione; questo per non recare alcun tipo di disturbo ai concorrenti impegnati ai tavoli.
9) Per qualsiasi tipo di necessità i concorrenti si rivolgeranno ai commissari di sala.
10) Gli artificiali costruiti durante la manifestazione rimarranno patrimonio dell’I.F.T.A.
11) Ogni giurato assegnerà il proprio voto esprimendosi da 1-20 sulla verosimiglianza rispetto al reale, da 1-30 sull’efficacia in pesca, da 1-20 su manualità del costruttore e difficoltà di esecuzione.
12) Il Trofeo ‘Bugia Nen’ sarà assegnato a chi avrà ottenuto il massimo punteggio nei tre artificiali; in caso di parità, la giuria passerà a nuova valutazione, che darà comunque una classifica priva di ex aequo.
13) La giuria eleggerà, nel suo seno, con breve operazione di sorteggio o comunque come riterrà più opportuno, un Presidente che avrà il compito di leggere i responsi e di consegnare i premi insieme all’organizzazione.
14) Per la giuria sarà allestita una stanza corredata di tutti i materiali occorrenti.
15) Durante il pranzo, o comunque nel tempo che separa i risultati ottenuti dalla premiazione effettiva, i giudici si dovranno astenere dal rivelare a chiunque i numeri classificati.
16) La giuria avrà a disposizione ore 2 per formulare le classifiche. Gli assistenti di giuria saranno presenti alle operazioni svolte dalla giuria per assolvere tutti i bisogni del caso. Resta inteso che i suddetti non hanno diritto a esprimere pareri sul voto, compito quest’ultimo, esclusivo della giuria.
17) Il responso della giuria è insindacabile e inappellabile.
18) Gli organizzatori declinano ogni responsabilità per eventuali infortuni e danni che potessero verificarsi a persone o cose, prima, durante e dopo lo svolgimento della manifestazione. Si ritiene inoltre sollevato da ogni impegno nei confronti dei partecipanti in caso di mancata consegna da parte degli sponsor dei premi.

L’adesione comporta l’accettazione in toto del presente regolamento.



Regolamento della gara di lancio 1° Memorial Albano Barbiani (Ghost)

La gara di lancio verrà effettuata con due canne fornite da uno sponsor dell’organizzazione: una 7’6’’ con coda 3DT e una 9’ con una coda 6WF. Finale fornito di fiocchetto prodotto dall’organizzazione. La prova di distanza verrà eseguita da pedana con un punteggio di 100 ogni metro, tre minuti a disposizione per i lanci. Come punteggio varrà la distanza maggiore raggiunta. La prova di precisione verrà effettuata, salvo buon fine per i permessi d’atteggiamento in pesca, direttamente sul torrente con otto obiettivi fissati in acqua da affrontare in dieci minuti. Sarà possibile effettuare tre pose per ogni bersaglio e il punteggio sarà di 400 punti al primo tentativo, 200 punti al secondo tentativo, 100 punti al terzo tentativo. In caso di riuscita o dopo i tre tentativi si passa comunque al bersaglio successivo. Il numero di partecipanti è di un massimo di 15 concorrenti. Per l’iscrizione contattare Franco Vaccarino ai numeri telefonici 334/6603786, 331/8058391 fino al 20 ottobre 2014.

mercoledì 3 settembre 2014

Mosca Club Piacenza Adventures - A CAVAL DONATO NON SI GUARDA IN BOCCA...

Un super selfie di partenza! Da Sinistra:
Stopponi Francesco, Valerio Braghieri e
Crescentini Enrico.
...una giornata sul Cavaliere...
Eccomi ancora qua con un nuovo report: questa volta vi parlo del Cavaliere .
E' finalmente estate e come di consueto, vado a trovare il mio amico Francesco Stopponi (Stops) che vive a Fabriano nelle Marche. Anche quest'anno avrò l'opportunità di pescare in un torrente per me nuovo e misterioso: Francesco mi propone un'uscita sul Cavaliere a Macchia d'Isernia, dove è stata istituita una zona no kill.
Partiamo di buon'ora da Fabriano, alla volta di Ancona, dove ci troviamo con l’amico Enrico Crescentini (Cresch); cambio rapido di mezzo e via a rotta di collo verso Macchia d’Isernia che dista a 3 ore e mezza di viaggio. Arriviamo in paese verso le 9:30 . Acquistiamo i permessi in un bar del centro (il giornaliero no kill costa 10 euro) e poi, ovviamente, cerchiamo un negozio di alimentari per i panini e le bevande. Fatto tutto, ci avviciniamo al torrente per un breve sopralluogo: ci rendiamo conto che gli accessi al corso d'acqua sono piuttosto ingombri di vegetazione, ma rompiamo gli indugi; espletiamo il rito della vestizione e raggiungiamo la sponda del torrente.
Fiume Cavaliere
Mi trovo in un ambiente stretto ed infrascato, quindi monto la mia 9,6' per la 3#; Francesco invece sceglie una 9' per la 5# ed Enrico una 10' per la 3/4#. Il Cavaliere,  come diversi fiumi del centro sud Italia, presenta un letto stretto e ciottoloso con buche della profondità massima di 2 m e lame basse, di profondità compresa tra i 20 e i 50 cm. Il torrente è molto infrascato, tanto che le fronde degli alberi formano ripetutamente delle gallerie vere e proprie, fresche ed ombreggiate, dove le trote amano stazionare nei periodi più caldi dell’anno.
Iniziamo a pescare a breve distanza l'uno dall'altro. Sono al cospetto di una discreta buca di circa 1 m di profondità e con corrente media veloce: opto per un tip di 1.5 m del 0.18 mm e due ninfe, quella di punta una red tag con bead da 3,5 mm e quella di bracciolo una pettirosso con bead da 3 mm. Le catture non si sono fatte attendere: il primo è stato Cresch, sopra di me, in una piccola buca. Dopo le solite domande:”Enri, come? Morto o impiccato?” e dopo la sua risposta:”………………..” cambio pesi e monto una pettirosso di punta e una leprotto di bracciolo; entrambe con bead da 3mm. Dopo un paio di passate ecco la mia prima trota. La sensazione in canna è incredibile: subito dopo la ferrata ho l'impressione di essermi impigliato sul fondo, ma dopo un secondo ecco le testate rabbiose. Le trote del Cavaliere dagli splendidi colori sembrano indemoniate ed una trotella sui 25/30 cm si difende con la cattiveria di una da 40/45 cm.
La cattura di Enrico una splendida trota
Continuiamo a risalire e la conformazione del torrente cambia: incontriamo una serie di lame piuttosto lunghe che si allargano in testa a formare buche più profonde dove le trote non si sono fatte desiderare ( noi però, eravamo in cerca del pezzo grosso). Eccoci finalmente in una  lama profonda ed ombreggiata. Incomincio a pescare e lancio dopo lancio, arrivo in un' ottima pool: sulla riva opposta, i rami di un albero lambiti dalla corrente offrono un riparo sicuro per una bella trota. al terzo lancio mi impiglio nella radici sommerse della pianta  e strappo tutto (un secondo di raccoglimento a ricordare il mestiere della mamma di Gesù) e mi appresto a riparare i danni. Enrico, dietro di me, avendomi visto in officina,  prova un lancio un po’ più
lungo...pochi attimi di silenzio e lo sento esclamare:“E' bella questa!”. Mi giro e vedo lui e la sua 10' per la 3/4# piegata fino al manico; Francesco accorre in suo aiuto ed Enrico giostra con esperienza la preda fino al guadino dell'amico. Foto; misurazione ( 44 cm. ma l'avevamo stimata almeno 50 cm!) ed Enrico la libera.
Dopo questa bella cattura non riusciamo a prendere più nulla e decidiamo di spostarci nei pressi del confine superiore della zona no kill. Facciamo di nuovo fatica a trovare un accesso per raggiungere il torrente a causa della vegetazione intricata.
Francesco incannato in un ottima pool
Entriamo quasi a fine riserva, con l'intenzione di proseguire nel libero (pare che le trote più grosse siano concentrate in questa zona). Qui il torrente ha un aspetto più invitante e promettente: le buche sono più numerose che a valle e la corrente è un po più sostenuta. Sto pescando assieme ad Enrico, quando sento Francesco, poco sotto di noi che ci chiama  e mentre mi giro verso valle vedo una bella trota saltare fuori dall’acqua. Ci affrettiamo per raggiungerlo ma, purtroppo, il pesce si fa beffe di lui strappando il tip dello 0,16 mm. Che dire? Un vero peccato! (per non dire di peggio).
Non ci facciamo prendere dallo sconforto e continuiamo a salire in cerca del “pezzone”. Raggiungiamo il tratto libero quando ormai si avvicina l'ora del rientro (ci aspettano quattro ore e mezza di auto!). Ci concediamo comunque qualche lancio, ottenendo risultati decisamente inferiori alle aspettative: catturiamo qualche trotella, ma del “mostro” che sognavo con Francesco nemmeno l'ombra!
Che dire del Cavaliere? Un itinerario non banale e tecnico quanto basta. A me è piaciuto e ci tornerò sicuramente.


Valerio Braghieri (Mosca Club Piacenza)


mercoledì 20 agosto 2014

QUALE FUTURO PER LA PESCA IN ZONA "D" ? ( Parte 2)

In occasione dell'articolo scritto sul blog da Francesco Guardabassi, riportato pochi giorni dopo su "Libertà" il quotidiano di Piacenza, mettiamo il link della pronta risposta di Claudio Ghelfi (F.I.P.S.A.S)

Articolo di Francesco Guardabassi del 2 Agosto 2014 
"Quale futuro per la pesca in zona D" - Clicca QUI

Articolo di Claudio Ghelfi del 15 Agosto 2014
"Senza la tutela dell'ambiente la pesca non ha futuro, recuperiamo la biodiversità." - Clicca QUI


Replica di Francesco Guardabassi di oggi, 20 Agosto 2014

Caro Claudio,
ti ringrazio per aver considerato il mio articolo meritevole di una risposta, anche se sono un po' dispiaciuto del tono vagamente polemico di certi passaggi. Proviamo a spiegarci meglio: non mi risulta di avere scritto e comunque, credimi, non ho mai pensato che il declino strutturale e riproduttivo della fauna ittica in Trebbia e Aveto sia dovuto alla semplice mancanza di ripopolamenti, né ho da eccepire rispetto al fatto che i canali o tratti dell'Aveto morto, considerati i risultati, vengano ripopolati mediante la semina di avannotti (anzi!). L'Aveto morto, che anche io considero un gioiello da difendere ad ogni costo è sicuramente uno dei tratti dalla vocazione salmonicola più spiccata della nostra provincia non solo per merito della sua integrità che nessuno mette in discussione, ma perché gode anche, di una serie di peculiarità morfologiche e geografiche (parliamo del tratto più alto dell'Aveto piacentino) che determinando la presenza di un'infinità di ottimi ripari ed un buon livello di ossigenazione delle acque contribuiscono a mantenere abbondante tanto “il popolamento salmonicolo strutturato in diverse classi di età” a cui tu stesso fai riferimento, quanto la fauna bentonica dalla quale i salmonidi traggono sostentamento: il tratto in questione poi, gode dell'apporto di acqua e quindi di trote, di numerosi canali a loro volta ripopolati regolarmente; la zona  di ripopolamento e frega istituita nel tratto Ruffinati - Bosco Grande funge da polmone, e l'accessibilità davvero scarsa di tutto il tratto fa si che venga frequentato da un numero di pescatori relativamente contenuto. Provengo da una famiglia di pescatori di Trebbia e di Aveto. Mio nonno, classe 1917, ha avuto il privilegio di pescare a mosca e a spinning in queste acque a partire dal primo dopo guerra, anni in cui i problemi di degrado ambientale erano nulli o di entità trascurabile tanto in pianura come in montagna. Mi parlava di un Trebbia ricco di ciprinidi come difficilmente oggi possiamo immaginare, dove la fario era si presente, ma poco diffusa. A trote, già allora, si preferiva andare in Aveto, piacentino e genovese. Con il boom della pesca sportiva sono iniziati i ripopolamenti massicci ed indiscriminati che hanno via via decretato la fine delle nostre popolazioni autoctone di trota fario. Oggi il Trebbia vive sicuramente una crisi profonda, ma non dobbiamo meravigliarci del fatto che nel suo corso le trote siano decisamente meno abbondanti che in Aveto, perché in qualche misura, è sempre stato così; fa parte della natura di questo fiume. Pippo Maio a suo tempo, aveva pubblicato uno studio che confermava questa tesi, ma si è preferito fare finta di nulla ed insistere nel voler immettere trote fino all'abitato di Perino. Non ho difficoltà a dirti che, per quanto mi riguarda, è ora che anche noi pescatori a mosca riconosciamo di aver compiuto degli sbagli (fatti in buona fede, come dici anche tu, forse anche per un eccesso di passione): l'avventura della zona a regime speciale di S. Salvatore non è finita bene ed  il peccato originale non è stato tanto voler riservare uno dei tratti paesaggisticamente più belli della val Trebbia alla pesca ad artificiali, quanto aver preteso di impiantare una popolazione massiccia di trota fario in un tratto che non ha mai avuto questa vocazione. So perfettamente che a S. Salvatore qualche trota, anche bella si è sempre presa (e si può catturare tutt'ora), ma questo fatto non sposta di una virgola il concetto espresso nella frase precedente.
In Aveto morto come in alcuni canali, è ancora possibile avere l'opportunità di catturare cinque trote al di sopra della misura minima consentita dalla legge. Al di fuori di queste zone, in ciò che resta dell'Aveto piacentino ed in Trebbia le cose cambiano e a prescindere da ciò che tu possa legittimamente dire o pensare, in zona “D” la pratica del NO KILL o una limitazione ad un solo capo giornaliero di almeno 35 cm. contribuirebbe a preservare il poco che ci rimane. Limitare il prelievo e promuovere la pratica del NO KILL non vuol dire, nel 2014 “non mandare a pescare più nessuno”.
Sono perfettamente d'accordo con te quando affermi che non sono stati i pescatori a ridurre nello stato che ben conosciamo le popolazioni di ciprinidi dei nostri torrenti e non è necessario scomodare un ittiologo per convincermi che eventuali ripopolamenti di pesce “bianco” (che per altro nessuno ha mai messo in pratica) servirebbero a poco o niente.
Occorre senz'altro da parte di noi pescatori, prestare molta più attenzione di quanto si sia fatto in passato alle tematiche di salvaguardia ambientale nella consapevolezza però che l'eliminazione o il semplice contenimento dei diversi fattori di degrado da te elencati, costituiscono un'operazione sicuramente lunga, molto complessa e difficoltosa, che noi pescatori (ne converrai), non possiamo sperare oggi, di compiere da soli.
Anche io, ci mancherebbe, sarei per una gestione “scientifica” volta innanzitutto alla conservazione delle poche “isole felici” che ancora ci rimangono (a questo proposito mi preme segnalare la realtà del torrente Nure e dei suoi affluenti. Anche qui possiamo ancora contare su di una popolazione consistente di trota fario strutturata in individui di diverse classi di età) ed al recupero della naturalità dei tratti compromessi orchestrata da personale esperto e qualificato, che sia in grado di inquadrare i problemi con ragionevole certezza; determinare le cause scatenanti; il grado di incidenza delle une rispetto alle altre, e scegliere una strategia risolutiva. Questi “esperti” però, oggi non ci sono, e probabilmente non saranno a nostra disposizione domani e dopo domani, se non riusciamo ad incrementare le esigue risorse a nostra disposizione.
Per quanto riguarda le turistiche, piaccia o non piaccia, incontrano il favore di molti pescatori, anche con la mosca. Ritengo che da un lato sia corretto prenderne atto e tenerne conto, dall'altro sia doveroso fissare dei paletti ( tardivi, purtroppo) estremamente stretti riguardo al rilascio di nuove concessioni onde evitare un Far West in cui la nascita priva di controllo di tratti turistici dalle scarse probabilità di successo (a causa dell'eccessiva concorrenza reciproca) porterebbe ad un' ulteriore, frammentazione e contrazione delle acque libere. Fatto questo, adoperiamoci al meglio per tutelare quanto di buono è rimasto nei nostri torrenti. In quest'ottica, insisto, il tema del reperimento delle risorse è di assoluto primo piano. Senza risorse, non si può gestire nulla.

Francesco Guardabassi


sabato 2 agosto 2014

QUALE FUTURO PER LA PESCA IN ZONA "D" ?

Sono trascorsi un po' di giorni dall'inaugurazione di una nuova riserva turistica a Salsominore d'Aveto, in provincia di Piacenza. Numerosi pescatori a mosca e a spinning, assieme a tanti altri fautori dell'utilizzo di esche naturali, si sono precipitati a provare la riserva: i commenti, come al solito, sono stati piuttosto eterogenei, ma nel complesso di segno positivo. Pare che per gli altri due tratti destinati a divenire riserva turistica (in Trebbia in Comune di Cortebrugnatella ed in Nure in Comune di Ferriere) dovremo attendere la prossima stagione di pesca e che pure il Comune di Bobbio intenda chiedere in gestione un tratto del fiume Trebbia.
Quante discussioni; liti; levate di scudi in questi anni attorno al tema delle semine di materiale adulto pronto pesca  in zona “D”...decisamente troppe. Non è mia intenzione aggiungerne una nuova all'elenco.
Il mio pensiero e le mie preoccupazioni vanno a tutti i tratti di zona “D” non soggetti a regime speciale di pesca o adibiti a riserva turistica nei quali, ormai da due anni, a causa dei drastici tagli di spesa impartiti al bilancio provinciale, continua ad essere consentita la cattura di 5 salmonidi al giorno per ogni pescatore, ma non viene effettuato il tradizionale ripopolamento (fanno eccezione, ad onor del vero, i canali; ripopolati dall'immissione di avannotti nati nei nostri incubatoi dalle 500.000 uova embrionate acquistate anche quest'anno dall'Amministrazione Provinciale). Purtroppo la difficile situazione dovuta in buona parte alla tragica congiuntura economica che ha messo alle corde il nostro paese da qualche anno, è aggravata dal fatto che la nuova legge regionale sulla pesca dell'Emilia Romagna del novembre 2012 risulta ancora mancante del regolamento attuativo: vale a dire dell'insieme dettagliato di norme che disciplinano la tutela della fauna ittica e l'esercizio della pesca nelle acque interne (misure minime e quantitativi di pescato ammessi per giornata di pesca; periodi di divieto; tecniche ed esche consentite, ecc.). Le Province stesse sono in via di smantellamento (lentissimo, temo) e non è ancora chiaro quale sarà l'ente territorialmente competente che assumerà l'onere della gestione delle acque del piacentino.
Mi risulta che i fondi destinati al ripopolamento dalla nostra Provincia, siano passati da circa 52.000 euro di qualche anno fa ai soli 4.000 (!!!) del 2014. Del resto, anche la nuova legge regionale ha contribuito negativamente esentando i “poveri” ultrasessantacinquenni dal pagamento del versamento annuale dell' importo esorbitante di 22,72 euro! I pensionati rappresentano oggi una quota importante dell'insieme dei pescatori sportivi, e l'esenzione dall'effettuare il versamento, ha come effetto immediato un'ulteriore diminuzione delle risorse destinate alla gestione della pesca. Non dimentichiamo poi, che la gestione materiale della pesca a Piacenza è ormai delegata in toto alle associazioni di pescatori sportivi per quanto concerne la normale attività di sorveglianza; i ripopolamenti; la gestione degli incubatoi; il monitoraggio delle asciutte estive dei corsi d'acqua e l'eventuale recupero della fauna ittica; ecc. Le suddette associazioni (A.R.C.I.; F.I.P.S.A.S.; E.N.A.L.; U.N.Pe.M.; Libera Caccia e Pesca) si avvalgono del lavoro svolto dalle loro guardie ittiche volontarie. Inutile dire che questi volontari (io stesso presto servizio volontario nell' U.N.Pe.M.) che godono di tutta la mia e spero, vostra, stima e riconoscenza, non possono fornire un servizio quantitativamente equivalente a quello fornito da operatori di professione adeguatamente retribuiti e sempre disponibili durante il corso dell'anno.

Ho il fondato sospetto che l' Amministrazione Provinciale, vuoi per la già citata penuria di risorse, vuoi per la consapevolezza del forte calo di presenze di pescatori in zona “D” (e non solo in zona “D”) registrato negli ultimi anni, stia sostanzialmente tirando i remi in barca: in verità ho sentito parlare dell'intenzione di destinare una quota dei profitti di gestione delle nuove riserve turistiche al potenziamento degli incubatoi (vale a dire all'acquisto di un maggior numero di uova) ma ritengo che si tratterebbe comunque di pannicelli caldi. E se questi profitti poi, fossero nulli o di entità trascurabile?
Mamma mia che confusa, desolante, disperazione!(ancora una riga di questo tono e pure io mi metto a piangere).
Se da parte dell'Amministrazione Provinciale viene meno la possibilità e/o la volontà di gestire come in passato le acque pregiate, si conceda almeno ai pescatori affezionati a questi ambienti la possibilità di provvedere di tasca propria con il versamento di un piccolo obolo annuale (in provincia di Modena esiste già con il nome di “contributo ittiogenico”), legato per esempio, al ritiro del tesserino regionale segna catture, da destinare alla gestione della zona “D”. Sia ben chiaro che non sto pensando a cifre esorbitanti: 10 o 15 euro al massimo.
Concludo ribadendo la mia convinzione che fino a quando si protrarrà questa situazione difficile e confusa nella quale possiamo (e dobbiamo) solo discutere di possibili scenari futuri, sia doveroso intervenire con la massima urgenza per limitare drasticamente o sospendere, in via temporanea, il prelievo di salmonidi attualmente consentito.
Voi che ne pensate?
Lascio in allegato una copia dell'ultima bozza (10/07/14) del regolamento di attuazione della nuova legge regionale.

Nuova bozza regolamento attuativo legge regionale

Francesco Guardabassi


mercoledì 7 maggio 2014

Mosca Club Piacenza Adventures - RADUNO PRIMAVERILE STAGNINI 2014

Foto di gruppo
Raduno Stagnini Primavera 2014
In Val Varaita

Eccomi ancora qua alle prese con un report di pesca, questa volta però si tratta di un raduno di ninfomani.
Il raduno stagnini nasce diversi anni fa sulle rive dei fiumi Serio e Brembo, ma ora si organizza in tutto il centro nord dell’Italia. Lo scopo di questi raduni è la divulgazione delle tecniche, degli artificiali e dei vari approcci al fiume a persone che non conoscevano bene la pesca con la ninfa.
Quest’anno, il raduno si è svolto in provincia di Cuneo, in val Varaita, il 5/6 aprile, grazie alla gentile collaborazione della società che gestisce il tratto “Società Pescatori valle Varaita”, nelle figure del Segretario Francesco Civarolo e del Presidente Paolo Cerrina.

Eleonora incannata
( l'unica donna presente al raduno)
Finalmente arriva il venerdì pomeriggio. Pronti per la partenza siamo io (valerio78); Matteo e Maurizio (valdimau). Partiamo alle 17:30 da casa mia e dopo 2 ore e 30 di viaggio arriviamo in località Sampeyre all’albergo Monte Nebin dove già ci aspettano Francesco (stops); Enrico (cresch) ed Eleonora. Partono i soliti baci e abbracci; i vari racconti di pescate memorabili ed ecco che arrivano anche gli amici di Bologna: il mitico Alessandro (joker) con gli amici Beppe e Filippi. Vista l’ora e la fame decidiamo di metterci a tavola. Dopo un' abbondante cena con piatti tipici e vini sublimi, un'ultima discussione sulle strategie per il giorno dopo e via a letto.
La sveglia suona alle 6:45: solite cose e scendo per incontrarmi con il Presidente (Paolo Cerrina) e il Segretario (Francesco Civarolo) per i vari permessi della riserva. Espletate le “pratiche burocratiche”,   facciamo colazione e scendiamo sul fiume dopo esserci divisi in gruppi per non infastidirci a vicenda.

Raggiungo il fiume: il tratto si presenta stretto con una discreta portata d' acqua. Invitanti correntine si alternano a piccole buche e lame di acqua medio lenta. Considerati i livelli e le trote selvatiche, decido di avere un approccio molto basso (cioè in ginocchio!); come canna opto per una 10 piedi coda 3 con due ninfe: la pesante in punta e la più leggera sul bracciolo. Data la scarsa profondità del torrente monto un metro e venti di tip dopo lo S.I.
Le catture non si sono fatte attendere: tutti pesci bellissimi tra i 25 e i 30 cm. Alla fine del nostro tratto, troviamo un ponte sotto il quale si è formata una piccola buca nella quale Maurizio pesca con poca convinzione; vedo che sta per scendere e gli chiedo :”Non ci peschi più?”. E lui :”No vado più giù, lì ho preso una sola trota”. Visto il posto, m' inginocchio in acqua ed inizio a lanciare a monte della buca, ma mi accorgo di essere troppo leggero e di non entrare in pesca correttamente: cambio la ninfa di bracciolo con una più pesante, rifaccio la passata e tac, ecco una trotella carina; la slamo e rilancio (questa volta un po’ più vicino al pilone del ponte). Appena lo S.I. va in tensione sento BOOM una botta secca sulla canna ed ecco sul fondo la spanciata di una trota ben più grande delle precedenti. Dopo un degno combattimento la porto a guadino e la misuro: un bel 40 cm di fario, direi ottimo!.

da sx io, Mario Bosio (jaja),
Francesco e il nostro
 Maurizio (Valdimau)
Alle dodici ci siamo ritrovato tutti in area PIC NIK per assaggiare le leccornie che ognuno aveva portato. C’ era di tutto: la piadina con vari affettati; il salame piacentino; il salame marchigiano; le salamelle alla piastra e le torte di mogli e nonne. Tutto buonissimo.
Alla fine il buon Maurizio chiude le danze servendo a tutti il caffè e i vari ammazza caffè. Dopo tutto questo ben di Dio, decidiamo di ritornare a pescare e ci dividiamo nuovamente.
Nel pomeriggio sono con Matteo: iniziamo, ma la zona battuta la mattina da altri, si mostra piuttosto avara di catture: solo qualche trotella si immola pietosamente inghiottendo le nostre ninfe. Scorgiamo in lontananza Alessandro (joker) che scende verso di noi; ci raggiunge e ci dice di essersi divertito, ma che ora è stanco e vorrebbe parlare un  po’. Abbiamo continuato insieme, facendo un pesce a  testa; divertendoci e scambiandoci impressioni e consigli, così, fino all’ora di chiusura.
Eccoci in albergo per una doccia e una ottima cena a base di piatti tipici Piemontesi. La serata è proseguita con le impressioni ed i consigli di ognuno, e ovviamente, la pianificazione della mattina successiva.
o in azione e il teo sullo sfondo
Domenica mattina la sveglia suona alle 7:00. Scendiamo per la colazione e decido con Enrico (cresch) di pescare insieme. Dopo la colazione, ci troviamo nel parcheggio dell’albergo e scendiamo appena sopra il ponte dove ho preso la trota bella. Ci segue anche Maurizio (valdimao), che dopo aver guadato, decide di risalire mentre io ed Enrico scendiamo.
Trascorrono le prime ore senza vedere l'ombra di un pesce, finché io, per sbaglio o c..o, sondando un occhio della corrente non prendo una trotella. Maurizio ci raggiunge e ci dice che in su, ha preso solo due trote, di cui una bellina, sui 30 cm. Con Enrico decidiamo di andare subito in una lama a monte dove il giorno prima lui ed altri hanno preso bene e individuando anche diversi capi che nessuno è stato in grado di catturare.

Sempre Eleonora in fase
di recupero
Appena arrivato sulla lama, cedo il passo ad Enrico che è ancora in cappotto. Inizia a pescare e io dietro, sondando un po’ qua e un po’ là dove lui non pesca, per vedere se qualcosa è rimasto. In una correntina esce una trotella; solito fischio ad Enrico e mentre mi giro verso di lui, dal ponte sbucano Eleonora, Matteo, Stops e Francesco con dietro Maurizio. Scambiamo due parole e decidiamo di pescare tutti assieme (come densità piscatoria, direi non male). Matteo ed Eleonora iniziano più in basso e Stops si siede su un albero caduto per fare due chiacchiere con me,  ma Enrico, nel frattempo,  aggancia una trota, al che io e Stops gli chiediamo se possiamo fare due lanci e lui ovviamente ci lascia pescare. Stops a streammer, cattura un paio di pesci, quindi ci accorgiamo di avere fame e torniamo alle macchine.
In albergo ci cambiamo e rinfreschiamo un po'. Enrico, Francesco (stops) ed Eleonora decidono di partire subito (li attendono 7 ore e 30 di macchina): i soliti baci e abbracci e la promessa di rivederci presto.
Con tutti gli altri siamo andati in un ottimo ristorante consigliato dal direttivo della riserva che non ha tradito le aspettative. Dopo un buon caffè, un ultimo giro di saluti e via che si torna verso casa.
Grazie per la lettura e se volete partecipare al prossimo raduno in Sieve siete i benvenuti!!!!!!!!

martedì 15 aprile 2014

UNA DOMENICA STRANA CON LO "STRANO" - Mosca Club Piacenza Adventures

Venerdì sera al Mosca Club: verso le 23 il Nando mi dice: “ Domenica puntatina in Adige?”.
L’ultima volta che ho pescato è stato in Adda, l’autunno scorso, in Novembre…..”Ti so dire sabato pomeriggio”. Condizione indispensabile perché mi possa muovere è che la mia assenza non contrasti  i bisogni della famiglia: sono via tutta la settimana con il camion, quindi …
Sabato mattina faccio tutte le commissioni sempre con quell’idea nel cervello: l’Adige !
Verso le 4 del pomeriggio comunico le mie intenzioni con l’Antonella (mia moglie) che mi dice :
“ Si, si, vai pure. Domani andiamo al dasbrat (repulisti) in piazza Cavalli!!!”... APRITI CIELO, vado subito nel mio privèe dove tengo tutte le mie attrezzature ed inizio a prepararle per il giorno dopo: … gli scarponi…i gambali, no no prendo i waders forse è meglio… le scatole con le secche … anche una di ninfe non si sa mai… la tuta termica… i vestiti di ricambio contro eventuali bagni inaspettati (vedi nel Serio)… la 9 x la 6... dai, anche la 8.8 x per la 5...il giubbino nuovo della Simms preso a Vicenza... insomma, un armamentario da paura!
Stavo dimenticando: metto anche 2 panini pronti nel  frigo e molto BENE IN VISTA (l’esperienza del sacchetto di fagiolini scambiato per quello dei panini, sempre con il Nando, in Boreca, insegna). La voglia d’iniziare l’anno bene e con qualche cattura è tanta.
Domenica ore 7.00, via Martiri della Resistenza: dopo una buona colazione, si PARTE!!
Imbocchiamo l’autostrada, e sebbene il Nando sia dotato di un mezzo non proprio potente, il viaggio è molto comodo. Si discute della destinazione: la prima idea del venerdì sera era il Leno, però, dopo qualche telefonata ai guardia pesca del posto, scegliamo l'Adige. Usciamo a Peschiera; imbocchiamo la superstrada che porta ad Affi; da lì riprendiamo l’autostrada per il Brennero e finalmente l’Adige si materializza davanti a noi. Fino ad Ala Avio è un susseguirsi di:”guarda qui”;”guarda là”; “va (guarda) che lama!…va (guarda) che panorama!”; “Quanta neve sui monti... sarà fredda l’acqua?... c’è un po’ di vento”.
Usciti ad Ala, seguiamo le indicazioni per Pilcanto. Al bar Amicizia la barista molto gentile ci fornisce i permessi. Facciamo un primo sopralluogo sul fiume per renderci conto delle condizioni dell'acqua: ci sono già 2 o 3 moschisti in azione.
Ripartiamo. Arrivati al paese Santa Lucia, parcheggiamo l’auto e dopo 10 minuti siamo pronti per entrare in pesca, ma ecco che... PANICO !!! Il Nando s’è dimenticato a casa il pacchetto per il pranzo! Rimedio cedendogli molto volentieri uno dei miei 2 panini. Monto il finale da Trebbia da m. 2.50 dello 0,10; una pheasant tail in punta e uno spider sul bracciolo. Ultima raccomandazione del Nando: “ Occhio che si pesca a piede asciutto eh!”.
Estraggo la coda; la bagno; un primo falso lancio; il loop prende corpo; il finale si posa sull’acqua con cura… ah che goduria!! Non sono mai stato un gran lanciatore, però la 9 piedi aiuta molto.
Il Nando si ferma a monte, mentre io scendo un po’ più a valle. Passa più o meno una mezz’oretta, il vento soffia ma non è fastidioso: di tocche nemmeno l’ombra. Porca vacca vuoi vedere che non è la giornata giusta! All'improvviso sento un forte colpo; la coda va in trazione e ferro non troppo violento… c’è, eccola !!!! la Sage contrasta la forza del pesce e si flette ripetutamente… Mio Dio guarda quanto è grossa!  Guarda che pancia!…TAAAAANGGGG (come dice Gigiofly): lo 0.10 si spezza; la Sage si raddrizza e quasi subito squilla il telefono:”Sei un pistola! Metti uno 0.16 in punta, non uno 0.10!”. Il Nando ha ragione, non siamo in Trebbia.
Entro in officina e comincio a riparare i danni: finale dello 0.16; altra ninfa in punta ed altro spider sul bracciolo. Dopo 10 minuti sono di nuovo in azione: l’istinto di pescare in caccia prende il sopravvento (come in Aveto). Entro in acqua fino alle caviglie e neanche a farlo apposta, appare una persona che a male parole mi fa capire che devo uscire dall’acqua. E’ vero, ho torto marcio; l’educazione, però, rimane sempre un optional.
Un po’ abbacchiato riprendo a lanciare, e come d’incanto si ripropone la scena della prima cattura, questa volta però con un epilogo differente: una grossa iridea dopo aver lottato accanitamente, si fa trascinare nel mio guadino. La coda della trota è di troppo: misura più di 40 cm.
La slamo e dopo averla ossigenata, la libero.
Che soddisfazione!  Certo non è una marmorata e nemmeno un temolo, ma come inizio stagione non è male. Il Nando è distante, su una bellissima lama e decido di raggiungerlo. Scendendo a valle, il mio sguardo cade su un masso sommerso dall’acqua nel bel mezzo del raschio, che crea una piccola morta a valle. Decido d’arrivarci con un roller; sono preciso: ribalto la coda a monte una prima volta, poi una seconda ed il finale  con la ninfa sonda il fondo. Vedo la Cortland color salmone che invece di scendere con la corrente, sale a monte: ferro deciso … c’è !!! Sento il pesce in canna: non è grossa come le precedenti, ma per farsi notare effettua un salto di mezzo metro fuori dall’acqua.
Dopo averla liberata, osservo la ninfa ( costruita su un Tiemco brunito del 13 gambo dritto, acquistato un paio di anni fa a Parma da Bompensieri ) e mi accorgo che le catture che ho fatto hanno  quasi  raddrizzato
l’amo. Mentre la sostituisco, mi avvicino sempre più al Nando che sta parlando con un altro pescatore. Lo riconosco è Pozzolini. Ci dice che viene spesso qui, e che i risultati migliori si ottengono quando il tempo non è molto clemente. Ci consiglia di scendere a Pilcante dove ci sono maggiori probabilità di vedere qualche bollata di temolo. Non sono molto d’accordo: la lama che ho di fronte è molto invitante, il sole è tiepido e si vede volare qualche effimera. Sento una vocina che mi sussurra: “Provaci”. Il Nando segue il consiglio di Pozzolini e a malincuore lo seguo: Bah!! Mai contraddire un amico. A Pilcante ci sembra di essere in un altro fiume: il vento la fa da padrone  facendo increspare l’acqua e l’aria si raffredda a mano a mano che il sole scompare dietro ad un monte. Mi sa che la giornata finisce qui, ma a me manca qualcosa; non so cosa, ma manca. Facciamo su baracca e burattini (interrompiamo l'azione di pesca) ed impieghiamo un po’ del tempo rimasto a cercare qualche posto nuovo. Saliamo fino a Rovereto. Un moschista con una canna di bamboo si allontana dalla riva, seguito da 3 o 4 ragazzi. Lo fermiamo per chiedere informazioni. Più o meno ha la mia età, ma s'intuisce dal giubbino che indossa che la sa (che si tratta di un pescatore esperto). Gentilissimo risponde ad ogni nostra domanda e ci ragguaglia su un paio di posti da temoli, che prontamente, sulla via del ritorno, andiamo a vedere. A noi rivolge una sola domanda: “ Da dove arrivate?”. Quando sente Piacenza replica: “Piacenza… ah si, Boretti !”. Dopo i saluti ed una buona fetta di torta, riprendiamo la via di casa con gli occhi e con la mente pieni d’immagini bellissime. Sono consapevole che quel che mi manca per oggi non l’ho trovato, ma la prossima volta con le dritte che abbiamo… Già, la prossima volta è un'altra storia.

Racconto di Roberto Boselli detto “lo Strano”

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